Le intolleranze alimentari possono provocare infiammazione cronica?
- Stefano Recrosio
- 19 mag 2020
- Tempo di lettura: 2 min
La risposta è si! In un mondo che vede il costante aumento dei casi di intolleranze alimentare questo argomento non va sottovalutato. E come possiamo rimediare a tutto questo? Quali sono le differenze tra allergie e intolleranze? Ce lo spiega in questo articolo il Nutrizionista Stefano Zanaboni che da tempo segue da molto vicino questo problema.

Cosa sono di preciso le intolleranze alimentari?
Le intolleranze alimentari, spesso definite anche food sensitivity, rappresentano reazioni avverse da parte del nostro organismo verso specifici alimenti. Spesso queste sensibilità si sviluppano nel tempo a causa di un abuso, spesso inconsapevole, o per un utilizzo errato di determinati alimenti o gruppi alimentari che porta una o più sostanze ad essere riconosciute come “nemiche” dal nostro corpo.
Questo causa di conseguenza una reazione infiammatoria dovuta all’attivazione del nostro sistema immunitario.
Intolleranza o allergia?
Spesso confuse, in realtà intolleranza e allergia sono patologie molto diverse tra loro.
Le intolleranze alimentari, a differenza delle allergie, non sono dose-dipendente, in poche parole non dipendono da quanto alimento dannoso ingerisco, ma sono legate ad un utilizzo ripetuto nel tempo e questo spesso porta le persone a sottovalutare alimenti come lo snack o il dolcetto; invece spesso risulta essere proprio la loro assunzione giornaliera, anche se in piccole dosi, la causa scatenante l’infiammazione.
Cos’è l’infiammazione da cibo?
L’infiammazione da cibo, definita come infiammazione cronica a bassa intensità, non scatena reazioni immediate e violente come le allergie ma rimane silente anche per diverso tempo causando piccoli disturbi spesso non correlati tra loro o andando ad accentuare disturbi già pre-esistenti.
Questo fa si che queste le sintomatologie inizialmente vengano sottovalutate, ma se si continua ad assumere, inconsapevolmente, l’alimento che crea infiammazione si ha un peggioramento delle problematiche col tempo finché non si riesce ad identificare la sostanza scatenante e si interviene in modo adeguato.
Come mi accorgo? Quali sono i sintomi?
Le sintomatologie causate dall’infiammazione alimentare sono diverse e vanno solitamente a peggiorare problematiche già presenti.
Le più frequenti colpiscono:
Apparato gastrointestinale: i sintomi più comuni sono diarrea, nausea, gastrite, reflusso gastroesofageo, colite, sindrome del colon irritabile, malattie infiammatorie del tratto digerente e malassorbimento dei nutrienti.
Sistema Respiratorio: sinusite, bronchite, difficoltà respiratoria, maggior predisposizione ad incorrere o avere forme recidivanti infezioni respiratorie.
Problemi metabolici, diabete e obesità: esiste una correlazione tra intolleranze alimentari e sovrappeso in quanto si è visto come uno stato infiammatorio cronico può causare un aumento della resistenza insulinica con conseguente aumento di peso e massa grassa nel breve periodo e maggior predisposizione ad incorrere in problematiche di diabete a lungo termine.
Come posso intervenire?
Il primo passo è quello di identificare gli alimenti o i gruppi alimentari che in questo momento stanno scatenando la risposta infiammatoria così da limitarli attraverso una dieta specifica che permetta di riacquistare la capacità da parte del nostro organismo di tollerare quell’alimento senza scatenare infiammazione e quindi le problematiche poco gradevoli che abbiamo visto poco fa.
Fatti sempre consigliare da un Nutrizionista prima di intraprendere questo percorso. Viviamo in un mondo caratterizzato dall'aumento costante delle sintomatologie associate alle intolleranze alimentari ed è quindi fondamentale riabituare il nostro organismo all'assunzione di tutti gli alimenti che abbiamo a disposizione.
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